
Valentina Ottoboni
Vive a Orzinuovi. Ha studiato lettere presso l' Università degli studi di Bergamo, dove ha conseguito la laurea specialistica in Culture Moderne Comparate.
Pasolini "sacer"
Il 2 novembre del 1975, esattamente quarant’anni fa, all’idroscalo di Ostia, accadeva qualcosa di estremamente tragico nel panorama intellettuale italiano degli anni Settanta: perdeva la vita barbaramente, in circostanze ancora oggi poco chiare, un uomo che ha saputo raccontare come nessun altro la mutazione antropologica in atto dall’ultima metà del ventesimo secolo. Pier Paolo Pasolini, un intellettuale poliedrico e scandalosamente contraddittorio, profondamente consapevole della sua scissione interiore, che lo rendeva estremamente umano. Nei suoi film dedicati al mito la natura duale e tragica dell’uomo emerge con una forza dirompente. E la scelta di parlare di Edipo e Medea attraverso le immagini cinematografiche anziché tramite la scrittura è frutto di una grande riflessione sulla natura metastorica del mito e sulle potenzialità del cinema come mezzo espressivo unico per insinuarsi pienamente nelle pieghe del reale e mostrarlo in tutta la sua scabrosa complessità.